... e senza motivo!



venerdì 30 settembre 2011

LA "NUOVA" SEDE DI CRAZY PRESS





Quando Marjorie mi chiamò per mostrarmi la nuova sede di Crazy Press, ero curioso di verificare fino a che punto il suo amore per il lusso e l'eleganza potesse arrivare. Ancora erano impresse nella mia mente le riunioni del gruppo sulla spiaggia tropicale che prima ci ospitava, e le chiacchierate all'ombra delle palme o nella frescura dei confortevoli bungalows vicino al mare.
Il teleport, tuttavia, sembrò ignorare le mie attese. Mi trovai, infatti, davanti ad una costruzione fatiscente e semidiroccata, con una sgangherata insegna che faceva pensare ad un hotel, in un desolato ambiente a metà strada tra archeologia industriale e noir post-apocalittico. Subito pensai ad un errore del viewer, ma subito una voce nota, proveniente dall'interno, mi richiamò alla dura realtà:
- Entra, Pinovit ! -
Fu allora che notai la targa dell'agenzia sulla porta dell'edificio.
Diedi uno sguardo sconsolato al sinistro scenario che mi circondava, fatto di muri scrostati, hangar abbandonati, rifiuti, relitti e residuati di attività ormai morte, ed entrai.




Quella che un tempo doveva essere la hall di un motel era accogliente come una galera ottomana riservata agli infedeli: divani sfondati di cui si contavano le molle arrugginite, tappeti consunti e polverosi, tendaggi ammuffiti, quadri rotti e cartacce dappertutto. Il tutto illuminato – si fa per dire – da fioche lampadine appese ad improbabili fili elettrici di edisoniana memoria.
Mi guardai intorno cercando l'autrice del richiamo di cui sopra, ma vedevo solo squallore e decadenza; stavo per uscire per sfuggire al tanfo di stantìo e di umidità che permeava il locale quando notai due scarpe da donna su una traballante scrivania in un angolo della sala.
Aguzzando lo sguardo, mi resi conto che collegate alle scarpe c'erano due gambe, e collegata alle gambe c'era Marjorie Fargis, mollemente adagiata sulla sua sedia direttiva, nella stessa posa – e con lo stesso sguardo nel contempo beato ed assorto - che assumeva sdraiandosi sull'amaca della meravigliosa spiaggia polinesiana.








- Marjorie ma sei impazzita? - l'apostrofai.
- E perché mai? - chiese ammiccando sorniona, mentre una imprecisata sagoma oscura si muoveva sulla scrivania.
- Ma come sarebbe... in questo posto... l'agenzia... è vero che sei il Capo... ma.... - balbettai gettando occhiate preoccupate sull'ombra semovente.
- Pino non hai capito nulla! - esclamò lei . - Ma ti sei guardato intorno? -
- Ecco, appunto... - gemetti, ma le parole mi si strozzarono in gola quando capii che la cosa misteriosa sulla scrivania era una grossa pantegana, che evidentemente Marjorie doveva usare come fermacarte, perchè con la punta di una matita la punzecchiava costringendola a riprendere il proprio posto su dei fogli ingialliti ogni volta che cercava di allontanarsi.
- Ma non ti sei reso conto della bellezza di questa location? - soggiunse la direttrice, con il sussiego di un tour operator che sfoglia davanti al naso del cliente un catalogo di resort a 9 stelle sulle barriere coralline o tra i palmeti delle Mauritius.
Stentai a profferire risposta, anche perché il mio sguardo era attratto dal sullodato ratto, davanti al quale Marjorie reggeva la matita a mo' di asticella del salto in alto.
- Pino, non rispondi? - sibilò il Capo, mentre il topo saltava obbediente i 5 cm del cimento.
- Non so che dirti, Marjorie, ma non mi sembra il massimo dell'accoglienza anche perché... -
- Pino! - mi interruppe bruscamente - Ma siamo in Second Life! -
Già, Second Life, pensai, mentre Marjorie alzava l'asticella di altri 5 cm.
- Pino, hai mai sentito parlare di grunge? - sbottò.
- Certo che sì, diamine, sono un esperto di grunge - mentii spudoratamente, mentre l'animale saltava anche il secondo ostacolo. Diavolo d'un Capo, pensai, ammaestra anche gli animali oltre ai suoi malcapitati collaboratori!
- Ed allora dovresti capirne il fascino e l'interesse culturale ed estetico! - sibilò Marjorie, con l'aria di troncare la discussione, mentre troncava anche la perfomance sportiva della pantegana prendendola per la coda e richiudendola con disinvoltura in un cassetto della scrivania.
I rimbrotti della direttrice e l'umana pietà verso lo sfortunato roditore mi intenerirono il cuore inducendomi ad una riflessione più attenta.







In effetti la chiave di lettura giusta dell'ambientazione a dir poco singolare di un punto di incontro, oltre che luogo di lavoro, come può essere un'agenzia di stampa in Second Life, è proprio la considerazione del fatto che ci si trova immersi nella virtualità del metaverso. Un luogo-non luogo, cioé, in cui le contaminazioni intellettuali prevalgono su quelle fisiche ed i canoni estetici possono ribaltarsi in funzione della creatività e dell'inventiva che ne sono alla base, senza contare i presupposti culturali che ne sono la logica premessa.
In Second Life nulla si deteriora da sé, né invecchia spontaneamente, né si rompe o si perde senza che qualcuno non intervenga invecchiando, rompendo, rovinando o sporcando con una maestria quasi sempre superiore a quella richiesta per costruire luoghi ed oggetti nuovi e “belli”, come possono essere considerati nella vita reale. Nulla è affidato al caso: se piove è davvero colpa del gov... anzi dell'owner “ladro”; se un muro è pieno di graffiti si tratta di una sovrascrittura non solo materiale ma anche letteraria di un'opera a suo modo incompleta; se un armadio è pieno di tarli è merito della pazienza del suo artefice che, foro dopo foro, ha imitato lo scorrere del tempo fissandolo nell'istantaneità di uno spazio immutato.
Meraviglia del metaverso, che ci fa entrare con la mente ed il cuore nell'essenza profonda delle cose, spogliandole delle ingannevoli apparenze del deja-vu e proiettandole in un mondo dove il pensiero viene prima dell'azione, e dove nel giudicare cose e persone tutti i sensi non bastano, perché ne occorre un sesto, fatto di mente, cultura, approfondimento, meditazione!
Mi sentii più leggero e libero, grazie a queste riflessioni, non più oppresso dai mefitici miasmi che avevano soffocato il mio respiro ed appannato il mio sguardo. Ora la degradata periferia suburbana si era trasformata agli occhi della mia mente in un'oasi fiorita, il decrepito motel era diventato un albergo di lusso, le scassate suppellettili si erano tramutate in un confortevole arredo, e la vecchia radio a valvole, così come l'obsoleto computer di Marjorie, sembravano ora mostrare come il vintage possa diventare categoria dello spirito. Anche lo scordato – in tutti i sensi – pianoforte da cui provenivano rare dissonanti note, segno di inquietanti presenze, pareva adesso diffondere musica celestiale.
- Ho capito, ho capito, Capo! - dissi avviandomi verso l'uscita.
- Ah, Pino! - chiamò Marjorie puntando la matita verso di me.
- Si...? .
- Quando esci chiudi la porta, non vorrei che qui dentro si rinnovasse l'aria...
- Ma... -
- Niente “ma”...presto ci sarà l'inaugurazione ufficiale! -
- Comunque sia, corriamo il rischio che non venga nessuno! -
- Verrà, verrà – sorrise Marjorie – anzi... Nessuno è già venuto!
Diavolo d'un Capo, aveva ragione!

(continua)








Pinovit Pinion
















giovedì 29 settembre 2011

Un racconto in visita a Dusty Books


Sono sola nella notte a sistemare libri nella nuova libreria che stiamo allestendo in SL: Dusty Books presso la sim Alaska. Ricevo di continuo IM ma quello arrivato in questo momento di solitudine mi riporta alla mente un evento che si svolse in primavera: il concorso per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il piacevole saluto del vincitore del Concorso, Brenno Breiz, mi fa ricordare il suo racconto... allora lo condivido con voi. Buona lettura.

Marjorie Fargis






La Patria delle  Formiche di Brenno Breiz

L'alba si intravedeva tra gli steli d'erba, e schiariva il tronco dell' albero posto davanti a lui laggiù in fondo, vicino allo stagno. Quell' albero, pensò,  bisognava conquistarlo entro breve tempo, magari quel giorno stesso... 
La formica Gariboldo si guardò attorno dove, sotto foglie multicolori  e tra le rigogliose felci, si riposava il suo piccolo esercito, ormai diventato un manipolo di formiche decise a tutto, anche alla morte, per seguire lui e il suo ideale di Patria libera.
Essi seguivano lui e solo lui, Gariboldo, nominato Generale sul campo di battaglia dalle sue stesse formiche.
Sempre in prima linea, senza paura e vittorioso in ogni luogo dove era passato. Si vociferava che prima di tornare nella sua terra, egli fosse stato perfino nel lontanissimo regno delle formiche giganti, a combattere per difendere i più deboli e contro ogni ingiustizia.
Ormai il Generale Gariboldo aveva fatto della sua vita una sfida. Era un grande condottiero che sapeva sempre trovare il modo di far vibrare i cuori e muovere le armi delle sue valorose formiche.  
Ora era  preso da questa sua nuova causa, forse la più importante della sua vita, da questa idea un poco pazza di riunire tutti i territori delle formiche in un solo unico territorio, che lui chiamava Patria delle formiche.
Patria...  cosa è mai una Patria, pensava, se non un territorio comune, una terra ben definita conquistata a qualsiasi prezzo e riconosciuta poi da tutti come la terra dove sarebbero vissute in pace le sue formiche?  Non avevano forse i pesci, i pipistrelli, le lucertole, i ragni i loro posti dove stare e dove nessuno poteva andare e farla da padrone? Perchè le formiche, dopo tanto tempo di sottomissione e divisione, non potevano ribellarsi, stringersi una con l' altra, e finalmente combattere gli invasori e le dominazioni che le tenevano sottomesse e divise? 
Questa sentiva essere appunto la sua missione, e così il Generale Gariboldo un giorno organizzò un piccolo esercito di formiche, patrioti e coraggiosi, e  decise di dare guerra ai ragni e alle lucertole, arrivando un giorno finalmente al fiume che sarebbe poi stato per sempre il confine sacro della loro 'Patria'.
Cosi un giorno, sopra sette enormi foglie di fico lasciate scivolare lentamente sull' acqua, cariche di formiche armate fino ai denti, con i loro verdi elmetti fatti di bucce di piselli, e i loro carrarmati di baccelli di fagioli, silenziose e determinate sbarcarono sul Pianoro dei Soffioni.
Per prima cosa attaccarono i ragni, sorprendendoli tra i roseti vicino al fiume. Che epica battaglia fu quella!  Arrivate all' imbrunire a riva, accostarono le barche di foglia alla riva e silenziosamente sbarcarono, riunendosi poi tutte sotto l' edera rossa, al riparo dalle sentinelle-ragno che con le loro invisibili e temibili ragnatele-gabbie vigilavano su quel lato.
Le formiche addette alle barche volevano legare la tutti i costi le foglie barca a riva, per una possibile via di fuga in caso di sconfitta, ma il Generale Gariboldo, salito sopra un ciclamino di bosco, cominciò ad arringare le formiche patriote da par suo, dicendo: 'non ci deve essere e non ci sarà mai una sconfitta, nè quindi una fuga: o la Patria, o la morte. Se non riusciremo nel nostro obiettivo, moriremo qui, e diventeremo piuttosto il sacro concime per la terra dei nostri figli!'
A sentire queste parole, il coraggioso manipolo di formiche ebbe un sussulto di dignità e e di passione, e tutte le formiche, una ad una, cominciarono ad  alzare le zampette al cielo saltando e gridando: O Patria, o Morte! Ti seguiremo, Generale, anche fino alla morte. E perfino Pelucco, il pauroso trombettiere arruolato per sbaglio, che aveva una fifa boia, non ebbe nulla da obiettare, solo sussurrò solo piano: 'se sarà necessario...'.  
Alle prime scaramucce, in cui i ragni sorpresi dovettero arretrare per la sorpresa di trovarsi di fronte una così incredibile rivolta, seguì poi un' aspra battaglia combattuta in punta di aghi di pino e in molti furono trafitti. 
Alla fine le formiche però vinsero, incitate continuamente all' attacco dal Generale Gariboldo e dalla tromba del trombettiere Pelucco.
Esse conquistarono poi la robusta cittadella fortificata dei Ragni, che si misero in fuga alla fine verso nord. Ma quanto costò quella vittoria!
Lì nel terreno, tra  petali schiacciati, soffioni spezzati, brandelli di foglia e polvere, restarono nell' erba smossa tantissime formiche morte o ferite gravemente, e dappertutto si  potevano vedere zampette tagliate, antenne dimezzate, grandi occhi chiusi per sempre.
Chissà se un giorno, pensava la formica Gariboldo, le generazioni future di formiche avrebbe ricordato, avrebbero capito, avrebbero ammirato tutti questi grandi sacrifici e quelle tragiche ed eroiche morti, necessarie per creare il loro presente e il loro stesso futuro.
Chi ricorderà, anche solo per un momento, quei sacrifici immani?
Queste cose pensava il Generale Gariboldo, guardando le sue truppe all' alba, prima dell' ultima battaglia.
Una Bandiera. Si, era necessaria  una Bandiera. Una Bandiera sarebbe stata un simbolo di unione, un grande mantello che avrebbe raccolto dentro se  le loro stesse vite e la loro storia passata, presente e futura.
La pensò di tre colori. E mentre, salito il sole, il trombettiere Pelucco suonò l' ultima carica, e con un urlo disumano di forza, rabbia, volontà e orgoglio le formiche si avventarono con generosità e coraggio nella piana tra il castagno e il fosso, contro il nemico, Gariboldo capì come doveva essere la loro bandiera:  sarebbe stata Verde, come l' erba calpestata dagli eroi, sarebbe stata rossa, come il loro sangue versato, sarebbe stata bianca come la purezza dell' ideale che viveva nei loro puri cuori.
Così il Generale Gariboldo prese una foglia di acero di questi tre colori, la trafisse con un ago di pino e dandola in mano al più piccolo e pauroso dei suoi, il trombettiere Pelucco, gli disse guadandolo fisso negli occhi: ' Pelucco, questa è la nostra Bandiera...  vai..  portala oltre le linee nemiche, e piantala nel bordo del fiume, là dove dovremo arrivare, che tutti la vedano!! Fai vedere chi sei e cosa vali '.
Il piccolo e pauroso trombettiere Pelucco guardò negli occhi il Generale, e subito sentì dentro di se una forza immensa e capì cosa doveva fare.
Lo videro correre poi a perdifiato tra le truppe, nascondendosi tra l' erba più alta e sfidando le spine del porcospino, portando alta la loro nuova Bandiera; lo videro ad un certo punto piantare con forza la Bandiera sulla terra in riva al fiume, prima di essere trafitto da mille aghi di pino dalle truppe nemiche.
Alla vista di questo grande atto di eroismo e sacrificio fatto dal più debole dei loro, un ruggito tremendo di rabbia si sentì lungo tutta la linea delle formiche, e come scosse da una forza sovrumana, tutte le formiche con veemenza e violenza travolsero le truppe nemiche e finalmente arrivarono all' agognato fiume:  il loro nuovo confine, dove sventolava la loro bandiera.
Il trombettiere Pelucco fu sollevato dolcemente da mille zampette, e fu sepolto giusto sotto la sua e la loro Bandiera. 
E questa fu la testimonianza di come a volte, l' ultimo e il meno considerato da tutti possa diventare, facendo fede sul proprio orgoglio e la propria generosità, il più bravo di tutti.
Sappiamo poi come finì la storia. Le formiche, seppure a caro prezzo, riunirono il loro territorio in una unica Patria, che ora confina da fiume a fiume e da monte a monte, ed esse vissero in pace per generazioni e generazioni a seguire.
Il Generale Gariboldo all fine morì felice, seppure avesse sempre male ad una gamba, residuo delle sue mille battaglie.
Nel suo piccolo pertugio dentro le radici dell' oleandro, tra il muschio e l' edera, vicino al fiume conquistato da lui e i suoi uomini, volle che in punto di morte il suo corpo fosse avvolto nella sua Bandiera, quella che lui stesso aveva voluto prima dell' ultima battaglia, e portata dall' eroe Pelucco oltre le linee nemiche a costo della morte. 
Nell' ultimo suo istante di vita, mentre già i suoi occhi si chiudevano salutando con un battito di ciglia il mondo, il verde ridiventò l' erba della sua terra, il rosso il sangue dei suoi ragazzi morti, e il bianco eterno fu la sua ricompensa.

Brenno Breiz
Vincitore Concorso 1861Parole

CONCERTO DI LOLLO STRING AD ATLANTIDE




Domani sera, 29 settembre alle ore 22.00, si inaugura la nuova stagione di eventi ad "Atlantide Arts Gallery and Live Music", con un concerto da non perdere assolutamente!
Lollo String, cantante in rl e amico dell'owner ha deciso di regalare alla land uno spettacolo canoro di tutto rispetto, come pochi se ne ascoltano in second life.
Ho avuto il piacere di sentirlo in anteprima per voi e posso assicurarvi che ha uno strumento vocale impeccabile e coinvolgente, maturato negli anni sia da studi accademici che dalla passione poliedrica dell'artista per la musica, difatti non si limita a cimentarsi in un unico genere musicale ma spazia dal rock al soul dal jazz al melodico, puntando sulla sua estensione e il suo vibrato old style che ricorda le rotondità di Elvis e la potenza di Villa.
Spero che durante il concerto vi omaggi con l'originale interpretazione di Billie Jean che ho apprezzato per l'arragiamento a metà tra il funky e lo swing, sì perchè Lollo nello swing è un vero campione. Arte rara dalle nostre parti..
Io credo vi divertirete un mondo con le nuove danze approdate in land a sgambettare sulle note di Mr String !!!! Quindi ragazzi fatevi sotto!!!
Baci Abbracci e tanto swiiiing dall vostra Shiva Karillion

domenica 25 settembre 2011

IL CLUB DI JANE AUSTEN IN SECOND LIFE





Molti di voi credo abbiano sentito parlare di Jane Austen, se non direttamente per la fama di scrittrice, almeno per le rivisitazioni cinematografiche e televisive di molti suoi romanzi e per la pellicola che dà il nome a questo gruppo, appunto “Il Club di Jane Austen”.

Il gruppo nasce proprio ispirandosi al film del del 2007 scritto e diretto da Robin Swicord, basato sul romanzo omonimo di Karen Joy Fowler, uscito in Italia il 18 gennaio 2008 (cfr. wikipedia.org).

http://www.youtube.com/watch?v=0-d_pQAc-go&feature=player_embedded

Parla dell’incontro di alcune donne, amiche e non, che tramite la rilettura dei romanzi di Jane Austen analizzano le proprie vite in gruppo, confrontandosi con vicende lontane nel tempo descritte nei romanzi, ma sentimentalmente attualissime, e con gli effetti che quelle stesse letture hanno avuto sugli altri del gruppo. Altri e non ALTRE perché all’iniziale Club esclusivo di sole donne – Jane Austen è da secoli annoverata a torto tra le scrittrici più adatte al pubblico femminile – si aggiunge un uomo che oltre a non aver mai letto nulla di Jane Austen è appassionato di letteratura fantascientifica.

Questo in sintesi è quello che vorremmo fare in SL. Ci incontreremo alla sede di SL Crazy Press, gentilmente ospitati nella sim Alaska di Madent Seiling, e leggeremo parti dei romanzi di Jane Austen in modo da introdurre l’argomento. Poi discuteremo di come sia la nostra personale interpretazione delle letture e di come essa si aggiorni nell’epoca attuale. Lungi da noi qualsiasi intenzione di sostituirci ad esperti consulenti o medici, saranno solo chiacchierate.



Sede SL Crazy Press http://maps.secondlife.com/secondlife/Sakharov/19/33/65

Le letture, inizialmente condotte da me, potranno essere scelte e fatte da qualsiasi componente del gruppo.
Durante la prima riunione del Club verranno forniti maggiori dettagli riguardo al programma.

Al Club potranno partecipare un massimo di 10 partecipanti, quasi il doppio rispetto al film, sia uomini che donne. Non è necessario aver letto i romanzi di Jane Austen prima, sebbene la loro conoscenza possa aiutare la conversazione.

Ogni partecipante riceverà in regalo una copia ePub (ebook edito da Newton Compton) dei romanzi letti durante le riunioni del Club.

I partecipanti dovranno usare il voice. Le conversazioni saranno in italiano.

E' stato creato un gruppo in SL a cui tutti possono iscriversi, anche chi non volesse partecipare alle riunioni
secondlife:///app/group/76b7ac49-a824-ec55-443b-34fff8caaff4/about

La selezione dei primi 10 partecipanti avverrà per ordine di arrivo notecard di iscrizione a Marjorie Fargis.
Dopo aver raggiunto i primi 10 partecipanti sarà comunicata la data del primo incontro.


Marjorie Fargis

sabato 24 settembre 2011

USO KWA USO: LA SESSUALITA’ VIRTUALE


Il dibattito/gioco, che lo staff di Alaska ha ideato per stimolare la discussione sui temi caldi della realtà virtuale, ha prodotto, durante la sua prima puntata, risultati interessanti e non del tutto scontati.

Di certo si immaginava che alla domanda “Siete favorevoli o meno al sesso virtuale?” molti si nascondessero dietro qualsiasi prim evitando di rispondere, soprattutto per il target di pubblico che si era riunito nell’Arena (pare che i giovani residenti non amino molto le discussioni e prediligano lasciare l’avi in una discoteca … uno dei prossimi argomenti di USO KWA USO).
Invece artisti, vip virtuali, owner, reporter ed altri si sono equamente suddivisi tra le due fazioni antagoniste argomentando sul pro e contro di questo tabù che tanto ci identifica in rete.

Infatti l’idea di chiamare a rispondere su questo argomento è nata proprio dall’importanza che ne danno al di fuori da Second Life e la nostra curiosità era: ci arrabbiamo tanto quando dicono che SL è un postribolo, ma che ne pensiamo del sesso virtuale? Siamo davvero tutti impegnatissimi nella ricostruzione virtuale di una socialità che sia maggiormente sensibile all’intelletto, da non lasciarci mai andare alla trasposizione illusoria e solitaria della sessualità desiderata?

Non abbiamo parlato di sentimenti! Non era il tema della serata. La domanda era chiara e chi avesse frainteso il senso della sfida – mi riferisco alle critiche perbeniste di chi ha creduto volessimo attirare avatar in sim con un argomento scabroso – può star tranquillo che non si sono verificati episodi di sovraffollamento e nemmeno di sesso collettivo.
L’abbiamo chiamata sfida ed usiamo i termini “antagonisti” ,“contro”, etc. per dare il senso del confronto che si cerca di stimolare con questo tipo di eventi. Alla fine risulta lampante anche ai partecipanti che gli argomenti piuttosto che dividere uniscono e che la soluzione non è una vittoria (sebbene il gioco restituisca un vincitore ideale) ma una riflessione collettiva sull’argomento proposto.
Ma veniamo al sesso, anzi al sesso virtuale. Da quanto se ne parla? Sembra quasi che sia uno di quei fenomeni senza età tipici dell’appiattimento storico imposto dal web. Se vi dicessi che ne parlavano già 20 anni fa?


Certo dall’idea che ne avevano allora i media, ci siamo evoluti parecchio e a rivedere come ad esempio il sesso virtuale venisse immaginato da un italiano bombardato di informazioni sull’innovazione tecnologica si ride ancora:

Quello che è emerso dal dibattito è stata l’assoluta convinzione che il sesso reale non abbia rivali (e su questo credo ci fossero ben pochi dubbi) ma che quello virtuale possa in taluni casi essere di complemento o di aiuto.
Perché chiunque ride dello sketch al link qui sopra e poi si demonizzano le stesse pratiche sessuali stimolate da uno strumento diverso?
Certo da ragazzini tutti i maschietti hanno sentito la frase “Attento che diventi cieco”, ma vi è mai capitato di aver sentito riprendere un adulto per questo? Che la sua sessualità sia sviluppata tanto da rinunciare definitivamente all’autoerotismo oppure semplicemente per il rispetto che ogni individuo merita essa diviene con l’età un argomento personale ed intimo che solitamente non si condivide?
In queste domande è chiaro non esserci alcun riferimento a qualsiasi patologia o comportamento ad essa legato. Lungi da me qualsiasi intenzione di argomentare su cose che solo i professionisti dovrebbero trattare e che prevedono una grandissima responsabilità.

E’ anche vero che l’immagine che si da di Second Life è quella di contenitore di anime perse, di luogo in cui sfogare queste pulsioni sessuali, come se di malattie si parlasse. Il confine tra l’autoerotismo e la patologia è così sottile?

Spero che qualche medico legga questo post e ci aiuti a rispondere alla domanda.
Perché le risposte che abbiamo ricevuto noi durante USO KWA USO sono state di persone che dichiaravano la propria soddisfazione nel praticare sesso virtuale senza alcuna vergogna e declamandone perfino i punti a favore rispetto al sesso reale (molto pochi …per diritto di cronaca devo dire che il confronto proprio non reggeva), e di altre che dopo averlo provato non lo hanno trovato abbastanza interessante da continuare.
Un punto in comune tra gli uni e gli altri è stato che per quel che riguarda le relazioni nate in Second Life e poi proseguite in RL, avviene un allontanamento progressivo della coppia dal sesso virtuale. Quindi Second Life come strumento per sopperire alla mancanza fisica… come unica intimità possibile tra persone lontane che hanno a  disposizione solo il pc.
Altri hanno difeso la scelta di non praticare sesso in SL ed in WEB dicendo che è una perversione e che serve soltanto a chi non ha la possibilità di fare sesso reale. Ovviamente la risposta del gruppo Sesso è stata che in RL ci sono molti più modi di fare sesso di quanto ce ne siano in SL e che una scheda video per far funzionare il viewer costi di più di un “servizio” da una professionista del sesso  in RL.


Ai lettori l’ardua sentenza…io Vi ringrazio tutti per la partecipazione e Vi lascio un video divertente sul sesso virtuale.

Marjorie Fargis
SL Crazy Press
Alaska Staff



domenica 18 settembre 2011

VIVERE SECOND LIFE CONSAPEVOLMENTE…


... non è difficile e potrebbe migliorare non solo l’ambiente che noi avatar condividiamo, ma anche l’immagine che di noi esce tramite i media.

Ad oggi un nuovo utente che attivi un account seguendo l’iter di iscrizione tramite il sito ufficiale, viene in pochi minuti dotato di una rappresentazione di sé a scelta tra una decina disponibili e subito indirizzato a scaricare ed installare il viewer ufficiale. Ben pochi verificano prima i Requisiti di Sistema e la maggior parte, dopo aver installato il suddetto viewer, riceveranno all’apertura dello stesso, una bella notifica che classifica la loro scheda video o altro, come poco adatti all’utilizzo di quel software. Questo il primo ostacolo.
Qualora il sistema del nuovo iscritto risulti invece compatibile con quanto richiesto dal viewer, questi verrà catapultato in un ambiente nuovo, asettico, abitato da altri pupazzetti apparsi in dissolvenza da una specie di nuvola a fianco a lui. Sebbene gli help predisposti siano un valido aiuto per chiunque non chiuda la finestra che propone il training iniziale, quella in cui si ritrova il nuovo utente ancora non è Second Life ma solo un centro di accoglienza.


Questa premessa per dire che entrare in SL non è poi così semplice come iscriversi su Facebook o altri Social Network.
Gli utenti di SL come quelli del Web in genere, sono di diversi tipi. Ci sono gli utenti esperti che, forti di buone conoscenze informatiche, utilizzano la piattaforma con cognizione di causa e non si lasciano spaventare dalle novità, sebbene il nuovo viewer abbia destabilizzato anche molti di essi; gli utenti smanettoni, che credendosi dei veri esperti si complicano la second esistenza cercando soluzioni a problemi inesistenti, scaricando decine di applicativi perlopiù inutili o perdendosi  in script assurdi che regolarmente risultano poi già stati scritti da altri; gli utenti timorosi che dopo l’accesso usano le freccette per portare il loro avatar seduto su uno sgabello, rischiano un tasto dx  - sit here - e poi passano ore a chattare con altri loro simili; gli utenti glamour che hanno sempre l’ultima gesture, animazione, abito o skin più bella di qualsiasi altra e che passano il loro tempo a studiare come indossare meglio una scarpa col problema del colore della pelle o uno stivale di cui il polpaccio sembra aver dimenticato di esser parte di quella stessa gamba; gli utenti business che hanno fatto della loro seconda vita una seconda attività e usano gli strumenti che SL mette a disposizione per guadagnare; gli utenti impegnati che credono in SL come mezzo di comunicazione e lo usano per divulgare i più svariati argomenti; gli utenti gdr che studiano tutte le caratteristiche tecniche che possano permettere loro migliori performance nel gioco ed infine gli utenti sprovveduti, che dopo essere entrati in SL si son lasciati vivere ed hanno seguito questo o quel consiglio per continuare questa vita virtuale di cui non capiscono a pieno le possibilità ma in cui trovano qualcosa che li fa restare.
Ovviamente questa è solo una classificazione personale e nemmeno esaustiva di quali e quanti tipi di personalità diverse si possano incontrare in SL e di come esse si relazionino con la piattaforma. Mi auguro di aver stimolato qualche lettore a continuare la classificazione e migliorarla.
Comunque sia, ognuno ha il suo modo di vivere in questo contenitore multimediale e si relaziona col prossimo attraverso un software non facilissimo e dei limiti tecnici a volte frustranti.
Queste difficoltà, la male interpretazione degli errori, l’affidarsi a smanettoni o glamour per risolvere dei problemi, sono alcune delle cause di una letteratura piuttosto nutrita di leggende virtual-metropolitane.
“Quello mi ha detto che tramite il mio IP sa dove abito…”, “…hai sentito che i giapponesi hanno anche gli odori in SL…”, “… mi hanno rubato l’avatar…” …
Di queste frasi ne sentiamo ogni giorno! E’ da quando è nata SL che furbacchioni più o meno malintenzionati usano questo ambiente per i loro scopi personali. Le notizie di script che farebbero questo o quello, di persone che hanno poteri superiori a quelli dell’owner..e perché no anche di chiaroveggenza e telecinesi (!), riempiono le local chat ed i post  nei blog su SL da anni.
Molti si auto eleggono difensori del prossimo, esperti, poliziotti virtuali e via dicendo ma quello che sento di consigliare, oggi come 4 anni fa, è di nutrire la propria consapevolezza.

Ci troviamo qui, nel mezzo di questo nuovo mondo, con il nostro cervello primitivo, in sintonia con la vita vuota e semplice, con formidabili forze a nostra disposizione che siamo capaci di liberare - perché siamo abbastanza intelligenti per farlo - ma le cui conseguenze non possiamo comprendere.(Albert Szent-Gyorgyi)

Ieri sera sono stata invitata ad un incontro durante il quale si è discusso proprio di questo.
I Phoenix Wave Team, uno degli otto gruppi riconosciuti dai Linden Lab come mentor, è stato a disposizione dei presenti per rispondere alle più svariate domande sulla sicurezza di SL e su come utilizzare al meglio questa piattaforma.
Dopo una premessa sul tipo di difficoltà che si possono incontrare in SL – essendo presenti diversi owner si è parlato molto di sicurezza nelle sim – i mentor della PWT hanno risposto a tutti i quesiti che il pubblico ha sottoposto. La discussione ha toccato livelli tecnici medio –alti ed ha fornito dei chiarimenti agli utenti che perlopiù avevano una gran confusione dovuta al bombardamento di informazioni da amici e fonti non ufficiali. Per quelli dei presenti che erano un po’ più smaliziati e conoscevano già gli argomenti trattati è stato un momento di confronto e di conoscenza con un gruppo che ha dimostrato professionalità e buone doti comunicative.

Chi volesse saperne di più sul gruppo PWT può leggere il seguente link http://wiki.secondlife.com/wiki/User:Ghost_Ulich/Phoenix_Wave_Team/ita


A questo punto il miglior consiglio per tutti quelli che vorrebbero migliorare la propria vita virtuale, che preferirebbero viverla senza dubbi o paure, è quello di attingere alle risorse che abbiamo a disposizione. Questo gruppo di mentor è una di esse, non me ne vogliano gli altri 7 gruppi che non conosco e che saranno di certo al pari. Potete scrivergli per qualsiasi problema e cercheranno non solo di aiutarvi ma anche di informarvi. Inoltre è già previsto un corso per far parte del gruppo e poter diventare mentor. Certo non tutti hanno la predisposizione ad aiutare gli altri ma partecipare per aumentare la propria conoscenza della piattaforma sarebbe un passo verso una seconda vita più consapevole.


Per maggiori informazioni o per assistenza potete  contattare Fran Gustav, Abigail Compton, Jupyter Lecker o Ghost Ulich che hanno condotto la riunione presso la Sim del gruppo.

Sorridi e fatti degli amici; ostenta un cipiglio e fatti venire le rughe: per che cosa viviamo, se non per rendere questo mondo meno difficile per tutti? (George Eliot)
 Marjorie Fargis
SL Crazy Press

domenica 11 settembre 2011

NOTTE DELLA TARANTA AL MALE' CLUB


NOTTE DELLA TARANTA
MALE' CLUB
11 SETTEMBRE 2011 ORE 22.30


Dopo il successone di fine luglio, il Malè replica "La Notte della Taranta" un impegno non da poco considerando che quella in real life attira piu di 200mila persone nella piazza di Melpignano, ma il Malè è sempre una garanzia per gli eventi musicali, anche se si appoggia solo a eventi streaming con Dj, la scelta delle scalette è di grande levatura musicale, ricca di senso, significato e in questo caso di storia.
L'owner, Zodiak Velinov è un Leccese dop (di origine protetta) difatti lo protegge una Romana Leccese d'adozione nonchè compagna di vita Maisha India ottima officer del Malè che riesce a far sentire ogni visitatore a casa propria, con la sua risata contagiosa e con la sua allegria, ma anche professionalità.
Tornando a questo splendido evento il dj, Zod ha scelto di strimmare quasi tutti pezzi live in alta qualità dove oltre a sentire tutto il calore del pubblico "pizzicato dalla tarantola", tramite i testi, si ripercorrono le radici di questo filone musicale, tra i pochi della penisola, rimasto quasi intatto e conservato fedelmente dal popolo pugliese: pizziche di corteggiamento, canti antichi di influenza greca e balcanica, il classico canto delle tarantate a Santu Paulu animato dalle gesture e dai tamburelli perfettamente riprodotti in sl da lasciare come omaggio agli ospiti di questa serata. Mi rendo conto che sto scrivendo tutto d'un fiato, ma come sapete scrivo sempre i miei articoli nel bel mezzo della festa e siccome i ritmi della taranta sono frenetici io ne sento il fiato sul collo e non vedo l'ora di tornare a ballare! Perciò VINITE 'CA E BALLATI TUTTI QUANTIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ringrazio ancora il Malè addobbato a festa con le luci "aracnide" meravigliose e la sua atmosfera allegra e coinvolgente!
Baci e pizzichi dalla vostra Shiva Karillion!

giovedì 8 settembre 2011

Una Second Life per i Mondi Virtuali è possibile? (articolo in inglese)

Condivido qui un interessante articolo di qualche giorno fa sui Mondi Virtuali e nello specifico su diversi aspetti  del loro utilizzo in campo formativo.
L'articolo è in inglese e se qualcuno volesse tradurlo per i lettori italiani mi contatti che poi lo pubblichiamo.

http://campustechnology.com/articles/2011/09/01/is-there-a-second-life-for-virtual-worlds.aspx