Vi chiederete “cosa significa questo titolo?” Nulla,
ovviamente!
Come il titolo del format che ci divertiamo a riproporre da
agosto.
Qualcuno lo ha chiesto, ma basta metterlo nel traduttore di Google per
scoprire velocemente il mistero. Faccia a faccia: questa è la traduzione dallo swahili (lingua africana) .
Perché?
Perché per noi - staff di Alaska, amici da tempo, conoscenti e
collaboratori occasionali - il divertimento è organizzare gli eventi. Provate
ad immaginare la mezzora di ilarità scatenata dalla ricerca di un titolo ed
avrete trovato le risposte alle domande precedenti.
La seconda puntata di Uso Kwa Uso, svoltasi il 23 settembre
scorso (ebbene sì circa un mese fa, scusate la lentezza nella pubblicazione dei
risultati), ha visto nell’Arena di Alaska contendersi due dei gruppi più
rappresentativi di Second Life.
Da una parte, capitanati da Momi Hallison, i
musicisti live e dall’altra, sotto la protezione di Dhalila Galtier, i Dj.
Come al solito l’inizio dell’evento è servito a spiegare il
meccanismo del confronto che, pur volendo approfondire argomenti seri molto
sentiti dai residenti, si basa su un regolamento simile a quello di un gioco.
Dopo la prima sfida per aggiudicarsi il diritto di parola,
vinto dai Musicisti Live, è seguita l’argomentazione degli stessi.
Vediamo un po’ chi sono questi musicisti che frequentano
assiduamente SL e perché.
·
Musicisti
che si esibiscono anche in RL: solitamente ottengono un maggior successo di
pubblico, poiché avere una notorietà (per quanto sappiamo bene che il livello
sia del tutto opinabile) nel mondo reale in qualche modo accredita l’artista in
SL come “musicista vero”.
·
Musicisti
che si esibiscono solo in SL: personaggi di cui difficilmente si conosce la
provenienza e che devono la loro fama esclusivamente alle esibizioni in SL.
·
Musicisti
autori: coloro che oltre ad esibirsi creano musica e/o testi.
·
Musicisti
che propongono solo cover: sono probabilmente i più numerosi e si esibiscono
cantando pezzi famosi. Alcuni si specializzano su un autore o un genere, altri
invece si impegnano nei più diversi generi musicali.
·
Musicisti
che suonano dal vivo: sono i più organizzati e oltre a cantare suonano uno
strumento on line mentre si esibiscono.
·
Musicisti che usano basi preregistrate
(non suonate da loro).
Perlopiù musicisti esclusivamente virtuali o che, in passato,
hanno vissuto esperienze musicali anche in real. I repertori migliori sono
quelli dei cantautori e di alcuni interpreti che personalizzano molto i pezzi
famosi. L’impegno profuso per realizzare uno spettacolo varia a seconda che
siano live oppure utilizzino delle basi e purtroppo, bisogna ammetterlo, molti
di quelli che le usano non hanno nemmeno delle gran doti canore. Con questo non
si vuole generalizzare ma dare una specie di immagine di quello che l’ambiente
virtuale propone come intrattenimento musicale detto “Live”.
Sebbene la piattaforma permetta espressioni artistiche
inconsuete, quello che si può notare nel panorama musicale, è una quasi totale
riproduzione delle dinamiche reali: un palcoscenico, strumenti e a volte
perfino ballerine e coriste. Solo alcuni progetti stranieri (ad es. alcuni
artisti del progetto CARP) hanno tentato di amalgamare i pixel con le voci e le
note, creando scenografie molto particolari in cui la musica originale e live si
miscelava con grafica 3D e animazioni fatte per quello spettacolo.
Ecco un video di uno dei loro spettacoli che ripropone il
Bolero di Ravel, riarrangiato e sceneggiato nell’ambiente virtuale
E per non essere imparziali, un esperimento di
collaborazione internazionale di Swina Allen e Jana Kyomoon
Per chi fosse interessato a scoprire quali siano le proposte
musicali, italiane e non , Vi consigliamo il blog a cura di Sandy Demina che
offre uno Showcase di artisti con biografie e video.
Schierati al lato opposto dell’ex arena da combattimento di Alaska,
i Dj. Bisogna dire che per quanto si sforzassero di motivare la loro importanza,
con riferimenti reali legati alla storia della musica che non sarebbe stata la
stessa senza coloro che mandavano le canzoni per radio e ne permettevano la
diffusione, il confronto si è dimostrato debole.
Anche tra di essi si sono però create delle categorie.
DJ muti: che
oltre a trasmettere dei pezzi in sequenza e mandare qualche insopportabile
gesture in local chat, non hanno alcuna interazione col pubblico.
DJ intrattenitori:
che tra un pezzo e l’altro parlano col pubblico e cercano di coinvolgerlo.
DJ canticchianti:
che oltre ad intrattenere il pubblico con argomentazioni più o meno serie si
prodigano anche in qualche gorgheggio estemporaneo sulle basi che stanno
trasmettendo.
DJ dotti: che prima
di ogni pezzo anticipano notizie sugli autori e sulle canzoni costruendo uno
spettacolo che abbina la musica alla storia.
Questi folkloristici personaggi, raccolti sotto la definizione
di DJ, possono tranquillamente rappresentare la stragrande maggioranza dell’umanità.
Chiunque, dotato di un software per lo streaming e di qualche canzone nel PC,
può risvegliarsi DJ nell’ambiente virtuale..e purtroppo la madre dei DJ
virtuali è sempre incinta.
Anche in questo caso generalizzare non serve a nulla. E da
parte mia c’è il massimo rispetto ed ammirazione per quei DJ che ho conosciuto
e che preparano davvero il loro spettacolo con convinzione e professionalità.
Certo l’originalità delle loro performance è legata esclusivamente alla loro
personalità, poiché se il panorama musicale è staticamente legato alle immagini
reali per quel che riguarda i live, figuratevi quanto possano esserlo discoteche,
club ed affini. Eppure anche tra i DJ c’è una buona fetta di personaggi che
sono in SL per “fare musica” e non solo
per guadagnare quattro spiccioli riproducendo mp3 di scarsa qualità in
sequenza.
Ecco qualche esempio:
un DJ italiano che propone un genere molto… lugubre
uno dei più frequentati Club: Toontopia Dance Club
e l’opening del Burning Life 2010, manifestazione artistica
organizzata dai Linden Lab
Marjorie Fargis