... e senza motivo!



giovedì 20 ottobre 2011

USO KWA USO: CANTANTI PARLANTI E DISCHI VOLANTI


Vi chiederete “cosa significa questo titolo?” Nulla, ovviamente!
Come il titolo del format che ci divertiamo a riproporre da agosto.
Qualcuno lo ha chiesto, ma basta metterlo nel traduttore di Google per scoprire velocemente il mistero. Faccia a faccia: questa è la traduzione dallo swahili (lingua africana) .
Perché?
Perché per noi - staff di Alaska, amici da tempo, conoscenti e collaboratori occasionali - il divertimento è organizzare gli eventi. Provate ad immaginare la mezzora di ilarità scatenata dalla ricerca di un titolo ed avrete trovato le risposte alle domande precedenti.
La seconda puntata di Uso Kwa Uso, svoltasi il 23 settembre scorso (ebbene sì circa un mese fa, scusate la lentezza nella pubblicazione dei risultati), ha visto nell’Arena di Alaska contendersi due dei gruppi più rappresentativi di Second Life.
Da una parte, capitanati da Momi Hallison, i musicisti live e dall’altra, sotto la protezione di Dhalila Galtier, i Dj.

Come al solito l’inizio dell’evento è servito a spiegare il meccanismo del confronto che, pur volendo approfondire argomenti seri molto sentiti dai residenti, si basa su un regolamento simile a quello di un gioco.
Dopo la prima sfida per aggiudicarsi il diritto di parola, vinto dai Musicisti Live, è seguita l’argomentazione degli stessi.
Vediamo un po’ chi sono questi musicisti che frequentano assiduamente SL e perché.
·         Musicisti che si esibiscono anche in RL: solitamente ottengono un maggior successo di pubblico, poiché avere una notorietà (per quanto sappiamo bene che il livello sia del tutto opinabile) nel mondo reale in qualche modo accredita l’artista in SL come “musicista vero”.
·         Musicisti che si esibiscono solo in SL: personaggi di cui difficilmente si conosce la provenienza e che devono la loro fama esclusivamente alle esibizioni in SL.
·         Musicisti autori: coloro che oltre ad esibirsi creano musica e/o testi.
·         Musicisti che propongono solo cover: sono probabilmente i più numerosi e si esibiscono cantando pezzi famosi. Alcuni si specializzano su un autore o un genere, altri invece si impegnano nei più diversi generi musicali.
·         Musicisti che suonano dal vivo: sono i più organizzati e oltre a cantare suonano uno strumento on line mentre si esibiscono.
·          Musicisti che usano basi preregistrate (non suonate da loro).
Perlopiù musicisti esclusivamente virtuali o che, in passato, hanno vissuto esperienze musicali anche in real. I repertori migliori sono quelli dei cantautori e di alcuni interpreti che personalizzano molto i pezzi famosi. L’impegno profuso per realizzare uno spettacolo varia a seconda che siano live oppure utilizzino delle basi e purtroppo, bisogna ammetterlo, molti di quelli che le usano non hanno nemmeno delle gran doti canore. Con questo non si vuole generalizzare ma dare una specie di immagine di quello che l’ambiente virtuale propone come intrattenimento musicale detto “Live”.
Sebbene la piattaforma permetta espressioni artistiche inconsuete, quello che si può notare nel panorama musicale, è una quasi totale riproduzione delle dinamiche reali: un palcoscenico, strumenti e a volte perfino ballerine e coriste. Solo alcuni progetti stranieri (ad es. alcuni artisti del progetto CARP) hanno tentato di amalgamare i pixel con le voci e le note, creando scenografie molto particolari in cui la musica originale e live si miscelava con grafica 3D e animazioni fatte per quello spettacolo.
Ecco un video di uno dei loro spettacoli che ripropone il Bolero di Ravel, riarrangiato e sceneggiato nell’ambiente virtuale


E per non essere imparziali, un esperimento di collaborazione internazionale di Swina Allen e Jana Kyomoon

Per chi fosse interessato a scoprire quali siano le proposte musicali, italiane e non , Vi consigliamo il blog a cura di Sandy Demina che offre uno Showcase di artisti con biografie e video.

Schierati al lato opposto dell’ex arena da combattimento di Alaska, i Dj. Bisogna dire che per quanto si sforzassero di motivare la loro importanza, con riferimenti reali legati alla storia della musica che non sarebbe stata la stessa senza coloro che mandavano le canzoni per radio e ne permettevano la diffusione, il confronto si è dimostrato debole.
Anche tra di essi si sono però create delle categorie.
DJ muti: che oltre a trasmettere dei pezzi in sequenza e mandare qualche insopportabile gesture in local chat, non hanno alcuna interazione col pubblico.
DJ intrattenitori: che tra un pezzo e l’altro parlano col pubblico e cercano di coinvolgerlo.
DJ canticchianti: che oltre ad intrattenere il pubblico con argomentazioni più o meno serie si prodigano anche in qualche gorgheggio estemporaneo sulle basi che stanno trasmettendo.
DJ dotti: che prima di ogni pezzo anticipano notizie sugli autori e sulle canzoni costruendo uno spettacolo che abbina la musica alla storia.
Questi folkloristici personaggi, raccolti sotto la definizione di DJ, possono tranquillamente rappresentare la stragrande maggioranza dell’umanità. Chiunque, dotato di un software per lo streaming e di qualche canzone nel PC, può risvegliarsi DJ nell’ambiente virtuale..e purtroppo la madre dei DJ virtuali è sempre incinta.
Anche in questo caso generalizzare non serve a nulla. E da parte mia c’è il massimo rispetto ed ammirazione per quei DJ che ho conosciuto e che preparano davvero il loro spettacolo con convinzione e professionalità. Certo l’originalità delle loro performance è legata esclusivamente alla loro personalità, poiché se il panorama musicale è staticamente legato alle immagini reali per quel che riguarda i live, figuratevi quanto possano esserlo discoteche, club ed affini. Eppure anche tra i DJ c’è una buona fetta di personaggi che sono in SL  per “fare musica” e non solo per guadagnare quattro spiccioli riproducendo mp3 di scarsa qualità in sequenza.
Ecco qualche esempio:
un DJ italiano che propone un genere molto… lugubre

uno dei più frequentati Club: Toontopia Dance Club

e l’opening del Burning Life 2010, manifestazione artistica organizzata dai Linden Lab


Marjorie Fargis

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