Un'iteressante punto di vista: la differenza tra scattare foto di Second Life o in Second Life.
http://gadget.wired.it/blog/mister_bit/2011/04/07/arte-videoludica-made-in-italy-stefano-spera.html
Credo che questo articolo dia lo spunto per un'interessante discussione sul punto d'osservazione dei Mondi Virtuali. Lo scatto, dentro e fuori la propria virtualità, offre l'apertura ad un confronto su come gli altri "fotografi" di Second Life vivono il loro atto creativo.
Stefano Spera, che ha da poco partecipato a Virtual Snapshot, risponde alle domande di Wired aprendo una finestra sugli ambienti virtuali.
Finalmente il Metaverso comincia a riappropriarsi anche in Italia di qualche pagina di media estranea al gossip ed il malcostume.
Grazie al Wired Reporter Mister Bit :)
"Scattare una foto in Second Life o in un videogame ha una valenza duplice, innanzitutto si è dentro un meccanismo quindi io in quel momento si è mentalmente dentro un altro mondo e si ha una fisicità diversa che è quella del proprio avatar, ma allo stesso tempo e in maniera direi quasi inconscia c’è l’aspetto di disporre dell’avatar (che è una nostra proiezione o doppio) in maniera completa e libera diventando padroni completi del proprio destino una sorta di super-Io o Dio che è in grado di comandare o decidere il destino a proprio piacimento."
RispondiEliminaQuesto è il passaggio di maggior interesse (per noi) della lunga intervista. Concordo nella lucida analisi di Stefano, tranne nell'ultima parte: nessun avatar può decidere del proprio destino, tranne nel caso si tratti di una seconda vita solitaria e senza interazioni "umane" (quindi senza senso); bisogna fare i conti, infatti, con gli altri avatar si vuole far parte di un tessuto sociale, sia pur virtuale, ed inevitabilmente entrano in gioco le dimamiche comunicative e relazionali della vita sociale reale.